La parola di questa settimana è
FRETTA
Come ti fa sentire questa parola? Quali immagini in particolare evoca in te? Siedi con lei un minuto e segui queste istruzioni:
Come ti sei sentita emotivamente e nel corpo?
Molto spesso, quando ci concentriamo sull'idea di fretta ci sentiamo in ansia, agitate, oppure irritate, infastidite.
Nel corpo possono emergere diverse sensazioni, una su tutte un senso di costrizione e di trattenimento, come se qualcosa ci stringesse in uno spazio più piccolo del nostro, di quello che ci serve per vivere.
La fretta è un restringimento del nostro tempo personale. A noi sembra che la fretta ci renda più veloci, efficienti e che quindi ci dia più tempo, ma in realtà aumentare la nostra velocità porta esattamente al risultato contrario:
accelera la nostra percezione del tempo
ci permette in infilare più cose nello stesso numero di ore e quindi riduce ulteriormente il tempo davvero a nostra disposizione
Per questo mi piace dire a me stessa che la fretta è una trappola...
Ultimamente mi è capitato di rallentare bruscamente, non nel senso comune di "fare qualche cosa in meno nelle mie giornate", ma nel senso reale di fare una sola cosa (oltre a mangiare, dormire, lavarmi, fare i miei bisogni) in tutta la giornata. Magicamente il mio tempo, senza la fretta, è diventato lunghissimo e le giornate così vuote si sono rivelate piene di moltissime azioni e significati.
Da qui è nata una domanda, che faccio anche a te...
Di chi è la fretta?
Fino a poco tempo fa, avrei risposto che la fretta è della società che ce la mette addosso e che ci obbliga ad andare a un ritmo prestabilito.
Ora la penso un po' diversamente: certamente la società ci mette dei paletti oggettivi (ad esempio, gli orari di lavoro, quelli della scuola, la necessità di prendere mezzi, di preventivare il traffico che troveremo...), ma almeno al 50% la fretta è la nostra. E' come se, una volta ricevuta una certa spinta dalla società, decidessimo che quello deve essere il nostro passo sempre, in tutte le circostanze.
Io mi sono accorta che tendo a fare le cose di corsa (camminare, cucinare, piegare i vestiti...) anche quando effettivamente non c'è alcuna necessità di farlo. E ho iniziato a chiedermi: cosa cambia, ora, fare le cose più veloci? A cosa mi servono questi due minuti che ho risparmiato? Se la risposta è "niente", rallento.
La fretta è nemica dell’equilibrio femminile…
…perché non ci permette di rispettare i nostri tempi, che sono ciclici / circolari (anche in menopausa) e scanditi da tappe specifiche, che non sono accelerabili visto che dipendono dal fisiologico e ritmico fuzionamento del nostro sistema.
Ti lascio qui un articolo di approfondimento su come la sindrome premestruale possa essere una spia proprio del mancato rispetto dei nostri ritmi.
Il compito della settimana
Ogni volta che senti che stai agendo con fretta, prova a chiederti il perché:
è una necessità oggettiva? ad esempio, stai perdendo un treno, sei effettivamente in ritardo per un appuntamento in cui è un reale problema non arrivare puntuali (es. timbrare il cartellino in un ufficio in cui non c'è flessibilità, prendere il bimbo a scuola a orario di chiusura, arrivare in tempo in un negozio che sta per chiudere...)
è una necessità apparente? se dipende dal tuo sentire, ad esempio trovi spiacevole far aspettare un amico, ti piace essere puntuale, hai paura di fare una brutta figura...
Nel primo caso, prova a vedere qual è la velocità minima a cui puoi andare per arrivare comunque in tempo: molte volte nella fretta ci spingiamo al massimo, ma basterebbe molto meno per ottenere comunque lo stesso obiettivo.
Nel secondo caso, prova a chiederti "cosa succederebbe se facessi la stessa cosa senza fretta?" e applica poi lo stesso dubbio alla risposta che ti dai, andando avanti finché non raggiungi quello che per te è il vero nocciolo della questione: è qualcosa per cui vale la pena correre, o puoi anche lasciare andare?
Ad esempio: succederebbe che la mia amica mi dovrebbe aspettare. E quindi cosa succederebbe? Potrebbe essere irritata con me. E quindi cosa succederebbe? Mi sentirei in colpa. E quindi cosa succederebbe? Le chiederei scusa. E quindi cosa succederebbe? Si lamenterebbe perché ha preso freddo. E quindi cosa succederebbe? Mi sentirei in colpa. E quindi cosa succederebbe? Le chiederei scusa. E quindi cosa succederebbe? Mi direbbe che se si prende un raffreddore è colpa mia. E quindi cosa succederebbe? Mi sentirei in colpa. Il mio nocciolo è il senso di colpa verso gli altri. Posso lasciarlo andare oppure preferisco correre pur di non sopportarlo?
La frase della settimana
“Brutta storia dico corro corro
e resto sempre in fondo
sono fuori allenamento
oppure è allenato il mondo?
...
Fatti per correre
o per rallentare
c'è anche chi ha deciso di camminare al passo che gli pare"
Luciano Ligabue, Fuoritempo
Ascolta la canzone su YouTube
L'audio della settimana
Qui sotto puoi ascoltare un breve audio di approfondimento sulla parola fretta.
Ci vediamo la prossima settimana, con una nuova parola da ascoltare insieme
Ti auguro di imparare a distinguere ogni giorno ciò per cui vale davvero la pena di restringere il nostro spazio-tempo con la fretta e ciò che puoi serenamente lasciare andare...
Francesca Cassini
La medicina cinese al femminile
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